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Recensione : Vanessa Van Basten – Ruins: Sketches And Demos

La loro musica è emozione pura, infinito spiazzamento, il sole che riverbera su di una colonna in mezzo alle rovine, un momento di estrema gioia, la vittoria nella sconfitta.

Di solito per un gruppo musicale medio, ma anche medio alto, il momento della pubblicazione di una raccolta di inediti e demo è uno dei momenti più bassi e di addio al proprio pubblico, o peggio, uno dei momenti di fare cassa.

Nel caso dei Vanessa Van Basten dimenticate quanto detto sopra o le tante delusioni patite stringendo in mano il secondo cd di un’edizione speciale: questo è un disco dei Vanessa Van Basten, niente di più niente di meno.
Stiamo parlando di uno dei più grandi gruppi usciti negli ultimi anni, un diamante sbocciato dalle strade e dalle paranoie principalmente di Morgan Bellini (a mio avviso uno degli ultimi geni musicali che abbiamo), di Stefano Parodi, un altro grandissimo, e di Roberto Della Rocca.
Se avete ancora un sogno, o se semplicemente sublimate le vostre ansie ascoltando i Cure e i Dead Can Dance, ma vi manca qualcosa, quel quid che non riuscite a trovare, se non in un flash guardando un gatto attraversare un vicolo o vedendo il volto della vostra morte in un passante, allora ascoltate i Vanessa Van Basten.
Mettendomi il disco in cuffia ho avuto di nuovo quel tuffo al cuore che ho solo quando ascolto loro, quell’emozione che ho avuto al primo ascolto de “La Stanza di Swedenborg”.
La loro musica è emozione pura, infinito spiazzamento, il sole che riverbera su di una colonna in mezzo alle rovine, un momento di estrema gioia, la vittoria nella sconfitta.
Possiamo definirli metalgaze, black metal, post tutto, ma sono un gruppo che esplora molti generi, adattando la musica a ciò che vogliono esprimere, facendoci vivere il viaggio in territori inesplorati. Dal vivo molte volte spiazzavano tutti eseguendo un concerto praticamente black metal, totalmente diverso rispetto al disco.
In questo cd possiamo godere del back office dei Vanessa Van Basten, ricco quanto il front office, con l’efficacissima copertina di Marian Weibl, tra intro live e collaborazioni come quella in Arbeit con un certo Fabio Cuomo e con Mathias Pandora; e poi, ancora, versioni demo e versioni differenti, per chiudere con Advent, una cover dei Dead Can Dance per l’appunto.
È fantastico immergersi in questo mare, lasciarsi andare come si dovrebbe fare con i Vanessa, farsi trasportare, chiudere gli occhi e mandare a fare in culo la prigione che chiamiamo corpo: finché suonano i Vanessa siamo liberi.
In definitiva una collezione veramente di grande valore e di grandi emozioni.
Questo sarà uno dei passi di addio dei Vanessa Van Basten, però non è ancora finita , perché come sapete gli sciamani non muoiono ma semplicemente se ne vanno.

Tracklist:
1 Godfather (Home Demo 2007)
2 All Cats Are Graves (Home Demo 2011)
3 China 2999 (Home Demo 2006)
4 Odyssey Song (Demo Version 2013)
5 Lapsteel Intro (Live Excerpt 2010)
6 Arbeit (Coolaboration Demo 2010)
7 Sketch 07 (Home Demo 2008)
8 Eldorado (Outtake 2010)
9 Wien / Cholinergic part II (Drone + Outtake 2010)
10 L’Uomo Che Comprava Il Tempo (Demo Version 2008)
11 27 Bricks Of Our Future (Home Demo 2008)
12 Epic Victor (Home Demo 2007)
13 Advent (Dead Can Dance Cover 2013)

Line-Up:
Morgan Bellini – Tutti gli Strumenti e Voce.
Stefano Parodi – Basso e Droni
Roberto Della Rocca – Batteria

Fabio Cuomo – Batteria
Mathias Pandora – Basso, Chitarra, Korg MS20.

vanessavanbasten.tumblr.com

Youtube Link :

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