iye-logo-light-1-250x250
Webzine dal 1999

Velvet Goldmine

Nel 1998 il mondo del cinema si rivestì di lustrini e pailettes e si tuffò nel mondo del glam rock con questo film diretto da Todd Haynes.

Nel 1998 il mondo del cinema si rivestì di lustrini e pailettes e si tuffò nel mondo del glam rock, con questo film diretto da Todd Haynes.

Velvet Goldmine è un riuscito ritratto sul genere, nato alla fine degli anni ‘60 nel Regno Unito e portato alla ribalta da musicisti entrati nella storia del rock come Marc Bolan, David Bowie e gli Slade.
Il rock’n’roll, amalgamato da sfumature psichedeliche faceva da colonna sonora all’atteggiamento ambiguo e misogino degli artisti, veri maestri del travestimento, teatrali e oltremodo trasgressivi.
Il film racconta di un giornalista americano, ma di origine britannica, a cui viene affidato un articolo su Brian Slade, ex rockstar del glam, scomparso dalle scene dopo aver simulato il proprio omicidio.
Il giornalista, interpretato da Christian Bale e in passato fan dell’artista, incontra la ex moglie, così che tra i suoi ricordi ed il racconto della donna, ripercorre la carriera di Blade e l’ambigua amicizia tra lui e Curt Wild, musicista americano con cui inizia una relazione, portandolo con se a Londra.
Il film è un sgargiante caleidoscopio di colori, valorizzati da una colonna sonora magnifica, dove il regista da la sua personale interpretazione al genere, ed al periodo in cui il rock trasgressivo per antonomasia ha avuto il suo massimo splendore.
Chiaramente ispirato a David Bowie ed al suo famoso alter ego Ziggy Stardust, anche il protagonista vive della luce riflessa del suo personaggio, chiamato nel film Maxwell, all’ascesa nel mondo delle rockstar ed all’inevitabile autodistruttiva caduta.
Ma la parte del leone a mio avviso la fa un Ewan McGregor dirompente, in una delle sue migliori interpretazioni, nei panni di Curt Wild, rockstar tossicomane, con problemi psichici, che aiuterà il protagonista nella sua autodistruzione.
Il personaggio ispirato all’iguana Iggy Pop, ex frontman dei seminali Stooges, è il vero mattatore del film e spettacolari sono le riprese sul palco, dove l’attore interpreta con trasporto le schizofreniche performance del musicista americano.
Detto di un Christian Bale oscurato dalle prove dei due attori principali (Slade è interpretato da Jonathan Rhys Meyers), Velvet Goldmine rimane un ottimo film, esagerato come d’altronde lo è stato tutto il genere di cui parla e valorizzato, come detto, da una bellissima colonna sonora.
In origine dovevano far parte della scaletta alcuni brani del Duca Bianco ma egli rifiutò, rimane comunque una raccolta di capolavori del genere interpretati da star del rock come T Rex, Lou Reed, Placebo, Brian Eno, Roxy Music e Slade.
Il film, tra i tanti premi ricevuti, si guadagnò un Oscar per i migliori costumi (Sandy Powell), e rimane una delle migliori opere che il grande schermo a tributato al mondo del rock.
Purtroppo il grande David Bowie, uno degli artisti più importanti ed influenti della storia del rock, ci ha lasciato pochi giorni fa, ed è a lui e all’indimenticabile Ziggy Stardust che questo articolo è dedicato

con:
Jonathan Rhys Meyers – Brian Slade
Ewan McGregor – Curt Wild
Christian Bale – Arthur Stuart
Toni Collette – Mandy Slade
Eddie Izzard -Jerry Devine
Emily Woof – Shannon
Michael Feast – Cecil

Share:

Facebook
Twitter
Pinterest
LinkedIn
Get The Latest Updates

Subscribe To Our Weekly Newsletter

No spam, notifications only about new products, updates.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

The Queen Is Dead Volume 129 – Reese, Zed & Dalia Nera, Deep Valley Blues.

Come capita sempre più spesso, non per nazionalismo ma perché in Italia nell’underground ci sono ottime cose, in questa puntata ci sono tre gruppi italiani : si parte con i vicentini Reese e il loro post hardcore misto ad emo, seguono i siciliani Zed & Dalia Nera che sono un gradito ritorno, e chiude l’heavy blues maledetto dei calabresi Deep Valley Blues.