A poco meno di un anno dall’uscita dell’ottimo Weakness torna Il Vuoto, interessante progetto del musicista italiano Teo Chiral (titolare anche dell’omonima band dedita ad un black metal atmosferico), autore in quel frangente di un forma di funeral ricco di sfumature e di umori cangianti.
L’occasione per ascoltare nuovo materiale ci è fornita da questo split in compagnia dei Failor, un duo fautore di musica ambient dai tratti “space”; l’abbinamento non è affatto casuale visto che anche il brano presentato da Il Vuoto (Tears-I-Cleansing-Touch) si può tranquillamente collocare all’interno del filone ambient, mantenendo però le caratteristiche disturbanti e oscure che derivano da un background più estremo.
La traccia in oggetto, che sfiora la mezz’ora di durata, costituisce davvero un ottimo esempio di come si possa approcciare con disinvoltura un genere tradizionalmente “ostico”, rendendolo coinvolgente e dotato di una profondità non sempre riscontrabile: qui liquidi arpeggi chitarristici vengono disturbati da elementi dronici e sampler vocali ben poco rassicuranti; in buona sostanza, rispetto al dolore quasi fisico che viene espresso normalmente tramite il funeral, in questo caso il sentimento prevalente è l’inquietudine, per sua natura più insidiosa e meno controllabile in quanto specchio di uno stato d’animo dai confini indefiniti e sfuggenti.
Non una sorpresa, comunque, visto che già Weakness si chiudeva con una lunga traccia ambient (Closure XVII), benché in quel caso il sound possedesse una matrice più atmosferica.
Sui Failor non posso spendere molte parole di presentazione non conoscendone in maniera particolareggiata i trascorsi, per cui andrò direttamente al punto dicendo subito che la loro space ambient è davvero efficace, in quanto si avvale di linee melodiche ben definite e di una ricchezza di particolari che, oltre a deporre a favore della competenza in materia del duo formato da E. e M., rendono l’ascolto tutt’altro che pesante.
Qui troviamo anche dei rimandi alle sonorità dei vari Klaus Schulze e Tangerine Dream, per quella componente elettronica che è fondamentale nella tessitura del brano: si viene a delineare così quella solennità cosmica che rende A Week In Modern Life l’ipotetica soundtrack di un supporto visivo avente per oggetto le immensità dello spazio (il Brian Eno di Apollo docet) e l’inquietudine (elemento comune e ricorrente) che deriva dall’impotenza dell’uomo al cospetto di tali dimensioni spazio-temporali.
In definitiva Senseless Painful Lives in Tears si rivela uno split riuscitissimo, oltre che “democratico” (i brani hanno esattamente la stessa durata, 28 minuti e 58 secondi), mostrando due maniere differenti ma complementari di maneggiare la materia ambient, per cui non esito a consigliarne l’ascolto o, meglio ancora, l’acquisto (dal 9 giugno sarà disponibile in formato digitale).
Tracklist:
1. Il Vuoto – Tears-I-Cleansing-Touch
2. Failor – A Week In Modern Life