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W Il 25aprile !!!

W Il 25aprile !!!: vorrei festeggiare questo 25 aprile con una storia. una storia per me importante ma sempre una storia di una persona.All...

W Il 25aprile !!!

vorrei festeggiare questo 25 aprile con una storia. una storia per me importante ma sempre una storia di una persona.All’inizio del 1945 le carceri di Genova erano stracolme di prigionieri politici. Per questo molte azioni da parte delle formazioni partigiane miravano a fare il maggior numero possibile di prigionieri, in modo da poter avviare le trattative per scambi che permettessero la liberazione di alcuni di essi. Approssimandosi la fine della guerra con la disfatta dei nazifascisti, ci si preoccupava sempre più della sorte dei detenuti nelle loro mani, temendo l’uso di essi come ostaggi o addirittura la loro diretta eliminazione per semplice vendetta o scoppi di furore nella drammaticità dei momenti finali.

Il CLN ligure si era attivato , mosso da questapreoccupazione, e aveva ottenuto che la Curia intervenisse presso il generaleRauf, comandante delle SS nell’ Italia settentrionale, per avviare lo scambiodei prigionieri politici di Marassi coi tedeschi prigionieri dei partigianidella VI zona. Per questo era stata inviata da monsignor Siri a Engel, comandantedelle SS a Genova, la lista dei prigionieri con la raccomandazione di nonfarli partire; ma si era oramai al 23 aprile e la situazione stava precipitando.C’era stata qualche aspettativa di un’azione, interna ed esterna al carcere,per liberare i detenuti nella notte del 22, ma poi nulla era accaduto. Quandoi nazifascisti, fallita ogni trattativa per ritirarsi con l’esercito in armioltre l’Appennino per attestarsi sulla linea del Po, decisero di abbandonarela città già in rivolta, uno degli ultimi convogli a partire,nel pomeriggio del 23, caricò su una corriera 25 prigionieri. Eranostati prelevati dalla IV sezione di Marassi, erano in condizioni fisicheprecarie per la lunga detenzione e le sevizie. ed alcuni di essi erano trai principali esponenti del movimento di liberazione ligure. Particolarmente meticolosa fula cura con cui le guardie provvidero a incatenare i prigionieri a due adue e a stringere molto strettamente i polsi. Appare, nel racconto di tuttala vicenda fatto dai superstiti, il solito accollare, da parte dei guardiani,le responsabilità alle gerarchie superiori, e la distinzione tra chiubbidiva per paura di punizioni, chi pur ubbidendo trovava qualche modo diintervenire con maggiore umanità, chi trovava anche il modo di opporsiperlomeno agli ordini estemporanei e illegittimi, e chi eseguiva con aggiuntadi personale sadismo. Ai prigionieri era stato detto che sarebbero staticondotti a Milano per proseguire poi per il campo di concentramento di Bolzano.Presero posto sulla corriera insieme all’autista italiano e sette SS ucraine,al comando del maresciallo lettone Keners. In altre vetture presero postofunzionari e militari, italiani e tedeschi, tra cui il maresciallo delleSS Lasner, e l’interprete della sezione politica di Marassi, Luzzatto. Alposto di blocco della Camionale si formò il convoglio con altri tedeschie loro collaboratori italiani e salì sulla corriera il famigeratotenente Schlesiers, che fece un discorso dal quale i detenuti capirono chein realtà erano stati prelevati per fare da scudo, con la funzionedi scongiurare azioni dei partigiani e che sarebbero stati sacrificati alprimo segnale di pericolo Dopo varie soste e disavventure, nei pressidi Bornasco, dopo Pavia, il convoglio venne avvistato da aerei alleati abassa quota, che cominciarono a mitragliare centrando l’autocarro in testaalla colonna. Tutti gli uomini della scorta erano immediatamente scesi esi erano buttati nel fosso a lato della strada, non senza però averprima intimato ai prigionieri incatenati di non muoversi, tirando anche unaraffica in aria. A questo punto Pieragostini e Ponte, legati assieme, deciserodi provare a fuggire e si buttarono giù dall’auto, ma vennero subitofalciati dai colpi di un sergente SS. Gli altri, chiusi nel veicolo, subironoi colpi dell’aereo, che questa volta centrò la corriera, uccidendonequattro. I superstiti (che erano riusciti già da prima a slegarsi),si buttarono fuori e fuggirono, approfittando del fatto che la scorta stavarintanata nel fosso sotto la gragnola dei colpi. I più giovani e velociriuscirono a mettere una buona distanza tra sé e le guardie. Gli altriinvece ,tra cui un ferito, furono raggiunti dalla scorta e dai cani, e solol’intervento del maresciallo Keners impedì al sergente, che giàaveva ucciso Pieragostini e Ponte, di ucciderli sul posto, adducendo il motivoche l’ordine era di portarli a Milano. Ne nacque una discussione, e intantoquattro dei prigionieri, che erano rimasti feriti, vennero sistemati all’internodi un’osteria, gli altri sei nel cortile, con una sola sentinella che, purdichiarandosi cattolica e antinazista, dichiarò che non li avrebbelasciati fuggire e che avrebbe eseguito fino in fondo l’ordine ricevuto.Le altre SS erano intente a ricuperare la corriera, dovevano liberarla deiquattro corpi massacrati che conteneva, e che andavano ad unirsi ai due cadutiin mezzo ai campi, e ripararla per ripartire (l’autista era fuggito).Nella notte, il maresciallo Keners, che erariuscito a imporre il suo punto di vista, liberò le mani dei detenuti,facendosi promettere che non avrebbero tentato di fuggire, affinché,in caso di un altro attacco aereo, potessero ripararsi come gli altri. Alle6 del mattino venivano così rinchiusi a San Vittore. Alle 14 e trentavennero chiamati, ma, invece di essere avviati a Bolzano come credevano,si trovarono di fronte un rappresentante dell’ Auxilium genovese, checomunicò loro che erano liberi, e li fece uscire su un’ambulanza dellaCroce Rossa. Questi infatti, già il 24 aprile si era recato a Milanocon la lettera di Siri, cui avevano aggiunto i nomi dei prelevati il giornoprima, aveva ottenuto di parlare con Rauf, e l’aveva convinto della liberazione,dapprima solo dei feriti, e infine di tutti gli scampati all’eccidio. Anchei fuggiaschi riuscirono fortunosamente ad arrivare a Milano, tranne uno cheaveva preferito dirigersi verso Genova. La mattina del 27, i superstiti vollerotornare subito a Bornasco a ritrovsre i compagni caduti e, insieme al segretariodel Comando militare regionale ligure , procedettero al riconoscimento dellesalme, mentre altri ancora riuscirono ad arrivare nel pomeriggio; il 4 maggioinfine i resti venivano trasportati a Genova dove era stata allestita lacamera ardente in una sala di palazzo Ducale .tratto da http://www.istitutoresistenza-ge.it/Documenti/bornasco.html

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