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..what Comes Around.. Italia 2006

..what Comes Around.. Italia 2006: interviste a Q, Viclarsen e The Sensible Stavolta la rubrica non si concentra solo sulla situazione locale, ma si estend...

interviste a Q, Viclarsen e The Sensible Stavolta la rubrica non si concentra solo sulla situazione locale, ma si estende, costruendo un ipotetico quadrilatero geografico che trova i suoui vertici bassi a Genova con l’ intervista a Q e a Savona con i Viclarsen freschi della pubblicazione dell’ album “Trasporto”, e agli estremi alti Torino con gli oltranzisti Larsen e la Germania elettronica rappresentata da uno dei suoi artisti più particolari, Yendri.

Q: casualità ed incontri.
La chiacchierata con Filippo Quaglia, in arte Q, è gradevolissima, e rivela di quanto la tecnologia sia infondo imprescindibile dalla semplicità e l’ istintività nel comporre musica

Q, un progetto molto eterogeneo. Spazi dal dj-ing alla produzione, dai live alle performance: svolgi un’ attività plurale: quali sono le pulsioni che ti spingono a muoverti in un senso piuttosto che in un altro?
Le pulsioni che mi spingono da una parte all’altra sono dettatefondamentalmente dal caso, dagli incontri, da quello che vedo e miincuriosisce, fondamentalmente mi annoio molto velocemente. Finita la miaesperienza all’interno di una band, dove se continuamente obbligato ametterti in discussione, è diventato vitale per me spostarmi in situazionidiverse, per andare avanti e trovare nuovi metri di paragone e stimolo.

Rispetto a quando militavi nei Topi Muschiati, cosa pensi sia cambiato dal punto di vista della ricezione di Genova come città, del panorama “underground”?
Penso che ci siano molti meno spazi dove poter fare musica dal vivo,contrariamente ad una crescita sempre maggiore della richiesta e dellavoglia di musica live. E mi sembra che le persone si stiano appropriandodegli spazi negati per riempirli di suoni, creando situazioni ancora piùinteressanti e spontanee. Penso sia molto interessante perché più la musicascende dal palco, più si può arricchire di tutto quello che le sta intorno.

Le evoluzioni tecnologiche e generazionali stanno facendo si che la produzione di un demo, sia ormai facile e alla portata dei più: 1computer, 2 programmi e il gioco è fatto: pensi ci sia una sovrabbondanza che porti alla saturazione di proposte?
Non mi sembra che ci sia una sovrabbondanza di proposte e se anche ci fossenon ne sarei turbato, penso che nel mucchio chi ha veramente bisogno didire qualche cosa continuerà a farsi sentire.Ad ogni modo mi piace molto questa democrazia dei mezzi, abbiamo piùpossibilità di esprimerci, sperimentare e condividere.

Parlami della tua musica: come sviluppi la concezione di un brano?
Normalmente un mio brano nasce con chitarra acustica in mano ed il mioquadernino delle parole aperto davanti, all’antica, solo dopo ci lavoro conmacchine e laptop decostruendolo e rimontandolo, raramente sono partito dabeat o suoni. Anche perchè per quello che sto facendo adesso ho ancora bisogno di sentire che un brano rimane in piedi solo con la voce e lachitarra.

Collaborazioni: ne hai diverse, raccontaci qualcosa..
Le collaborazioni sono nate nei modi più svariati, alcune tramite internetcome con i Casino Royale o i Masoko, altre come quella per il remixdell’Importante è finire dei Sikitikis dopo esserci incontrati un po’ divolte per serate torinesi. Mentre con amici come i Bumaye l’idea disonorizzare le loro mostre in giro per l’Italia è stata dettata dalla vogliadi fare qualcosa assieme oltre alle cene.Comune denominatore di tutte queste esperienze è stato il rispetto e lavoglia di provare a fare incontrare ognuno il prorio linguaggio con quellodell’altro.

Stai ultimando il disco. Ti va di dirci qualcosa a riguardo?
Il disco è stato finito di registrare e mixare da Paolo Benvegnù e me adinizio giugno. Il sound è un momento di incontro tra canzone d’autore consonorità indietroniche e glitch, dove strumenti acustici e tradizionalicamminano su ritmiche ad 8bit da Gameboy, dove un fruscio diventa nobile.La collaborazione con Paolo è stata veramente fondamentale, erano due anniche stavo scrivendo e registrando questo disco, e sarei potuto andare avantiancora all’infinito mentre lui mi ha traghettato alla fine di questopercorso con grande trasporto.

Il live che posto occupa al momento nel tuo progetto?
Il live è tutto in fase di preparazione, anche perché l’album uscirà inautunno e fino ad allora non farò date, ma soltanto un po’ di djset comeTESLA B in giro. Sul palco oltra a me ci saranno dj Suba al laptop ed agli smanetti e FilippoGambetto con l’organetto diatonico ed il mandolino, sarà un tutt’uno come ungrande djset, senza interruzioni tra i brani e dove gli strumenti acusticisi fonderanno alle sonorità sintetiche.

Cosa stai ascoltando recentemente?
Ascolto da tre settimane soltanto la colonna sonora di Magnolia di AimeeMann

Ti ringrazio, concludi come più preferisci..
Una grande statua di Lenin eretta di fronte ad una fabbrica di tessuti pratese. Divertitevi.

In viaggio con i Viclarsen.
Risponde alle mie domande, ad alcuni mesi dall’ uscita del secondo album “Trasporto”, Luca Pagani, il bassista della band savonese.

All’ ascolto del vostro nuovo disco “Trasporto”, si direbbe che le intenzioni della band sono state quelle di smussare certi “angoli acuti” del sound e trovare un equilibri maggiore rispetto al passato tra forma- canzone e sperimentazione.. Che mi dite a riguardo?
Sembra che tu sia stato l’unico per ora ad accorgerti che “Trasporto” è anche un disco fatto fondamentalmente di melodie, infatti i brani strumentali si canticchiano facilmente direi. Ma è moda dire invece che la nostra musica è sperimentazione, invece sono canzoni vere e proprie. Forse i giornalisti parlano di “sperimentazione” nel senso che tendiamo ad una forma canzone nuova con suoni personali…questo magari si..

Trovo che “Trasporto” evochi un’ energia solida che fa da madre agli schemi più “di ambiente” se mi concedete il termine: il flusso elettrico è vero e proprio muro portante della costruzione dei brani..
Luca Pagani: Si, infatti abbiamo speso molta cura all’editing di “Trasporto”, infatti c’è solo un silenzio tra i brani, quello tra “Nero” e “Le loro prossime distanze”. Mi sembra che in quel momento il cd riparta quasi da zero. Poi “Trasporto” è davvero un cd fatto di chitarre e tamburi..la cosa importante è stato aver registrato quasi tutto in presa diretta..

Cosa è successo negli anni di passaggio tra “Abitazione” e “Trasporto”?
Sono successi tanti concerti, le colonne sonore per tre spettacoli teatrali, le canzoni nuove di “Trasporto”, anche se dopotutto il cd come lo si ascolta oggi è stato pensato in due mesetti soli, in più due brani, “Mam#0” e “Madame P” sono stati composti e registrati di getto agli URS Studio. Olivier in questo senso è stato fondamentale. Sicuramente sono stati i momenti più ‘fuori di testa’ delle registrazioni, ma anche tra i più belli.

Parlatemi della collaborazione con lo spettacolo “Le città Invisibili” che vede alla regia Robert Gordon…
E’ stato molto bello essere stati invitati per comporre le musiche originali per uno spettacolo itinerante in inglese. “Le Città Invisibili” di Calvino è un libro meraviglioso, fatto di idee visionarie che ti aprono la testa come certa musica. Abbiamo composto per quello spettacolo musica “astratta”, a metà tra elettronica e musica suonata. La colonna sonora è stata presentata su RadioTre e fino a poco tempo fa un estratto di 4 minuti era l’inizio dei nostri concerti, ora quando iniziamo il live sembra non ci sia tempo dalla smania di creare un’atmosfera con i suoni…ed in fondo è la stessa cosa..

Avete già oltrepassato la manica in passato e state per tornarvi a fine estate se non vado errato: che impressione vi siete fatti dal punto di vista dell’ impatto sul pubblico fuori dall’ Italia? Il cantato in italiano che riscontri ha avuto?
Si, suoneremo in Inghilterra però un po’ più tardi, verso ottobre/novembre. Suonare all’estero è stata un’esperienza unica. Credo che il nostro concerto al Moog di Nottingham sia stato sicuramente tra i più belli. In Inghilterra se sentono che la tua musica è sincera e coraggiosa tutti si divertono e fanno casino cosa che in Italia è abbastanza più difficile. Inoltre c’è questo mito che i gruppi in UK non siano pagati cosa che non è assolutamente vera..Per il cantato in italiano, beh, parlando con qualcuno del pubblico dopo i concerti, gli suona strano, ma è per loro una cosa ‘esotica’ quindi interessante.

A proposito del cantato: come viene rapportato alla musica? Viene composto in contemporanea o ha una sua genesi indipendente?
Il cantato per i Viclarsen ha la stessa funzione di un altro strumento..solo che, come dire, parla. Dato che la nostra musica è creata in un momento, anche i testi sono parte di quel particolare momento. Infatti in molti brani del cd la musica già era sufficiente a dire tutto e quindi non abbiamo avuto bisogno di testi e sono solo strumentali.

Domanda dell’ isola deserta: 1disco,1libro,1film ai quali non potreste rinunciare…
Vediamo..porterei sicuramente “On the Corner” di Miles Davis, perché ho bisogno di fare casino sull’isola deserta, anche se sarebbe un po’ strano viverci senza un disco rock, come libro porterei proprio “Le città invisibili” di Calvino così quando torno dall’isola spero che tutte le città siano diventate proprio come lui le descrive, come film porterei “El topo” di Jodorowsky, per passare una serata di azione delirante e mistica..

Grazie ragazzi e a presto! Saluta il pubblico come vuoi!
State bene, cercate di non rompervi i coglioni troppo, venite a vedere un nostro live, comprate il cd che tanto costa poco, fate una estate sudata senza la solita musica di merda delle discoteche in spiaggia che tanto vi spillano solo un sacco di soldi e basta..

Larsen, pathos.
Partecipa alla conversazione Alberto Modenese Palumbo, il chitarrista del gruppo.

Dalla prima volta che vi ho ascoltato, ho ” sentito” in voi una trascendenza molto affine a quella dei Neurosis.Obiettivamente non so quanto voi possiate amare questa band, ma al di là di alcune similitudini più formali, è proprio l’ aura quasi spirituale che in certe vostre progressioni mi invadono che ricollego mentalmente a quella della band di Steve Von Till.. Che opinione avete dei Neurosis?
Un’ ottima opinione. Tra l’ altro alcuni anni fa Larsen e Neurosis hanno condiviso un tour italiano, e da li siamo rimasti in contatto con Steve Von Till. Trovo però più interessanti e spiritualmente vicini a noi i loro progetti solisti oppure i Tribes of Neurot rispetto gli ultimi lavori dei Neurosis. In particolar modo mi è molto piaciuto il disco di Steve come “Harvestman”.

Ho avuto occasione di vedervi diverse volte dal vivo e devo dire che è sorprendente la coesione che riuscite ad avere anche in momenti dove i suoni si dilatano maggiormente e dove le progressioni ritmiche sono appena abbozzate.Voi quale pensate sia la vostra forza maggiore?
La capacità di creare atmosfere, in uno stile personale e non di genere.

Compositivamente parlando, la vostra espressione musicale è molto articolata: per voi come funziona la stesura di un brano?
I brani dei Larsen nascono dalla improvvisazione. Dalla cristallizzazione di un momento e quindi nella sua destrutturazione e riarrangiamento fino al risultato finale che spesso è ben lontano dalla scintilla iniziale che lo ha creato.

Il lato elettronico quanta importanza ha per voi nell’ amalgama finale dei brani?
Ne più ne meno di ogni altro elemento che concorre alla struttura del brano.

Le contaminazioni, ascoltandovi, direi che non vi spaventano: quali sono i pozzi dai quali attingete gli elementi “nutritivi”?
Come ti dicevo prima, la nostra musica nasce dall’ improvvisazione; in questo senso la principale influenza per noi è il gruppo stesso e l’ interzione creativa tra di noi. Ci interessano strutture filmiche ed ambientali, disegnare soundscapes, spesso minimali, sui quali appoggiare le nostre melodie e le nostre trame strumentali, più che far riferimento a musiche altre ( e di altri) che amiamo.

Dopo aver realizzato una straordinaria collaborazione con gli Xiu Xiu, formando gli XXL ed altre featuring con altri musicisti, come vi state muovendo dal punto di vista dei progetti collaterali?
XXL è una band a tutti gli effetti. A dicembre registreremo il nostro nuovo album, sempre per Important Records, ed avremo altri concerti (questa volta negli States). Nel frattempo stiamo lavorando ad una nuova performance/concerto intitolata Abeceda ed ispirata al lavoro grafico di Kerel Tiege ( 1900-1951) che presenteremo a Torino il 15 settembre al festival di musica contemporanea Settembre Musica. Per l’ occasione saranno con noi David Tibet e Baby Dee ( dei Current 93) , la nostra collaboratrice di lunga data Julia Kent ( violoncellista anche di Antony and the Johnsons) e Johann Johansson, più visuals ed una performer. Il tutto verrà filmato e quindi pubblicato, sempre dalla Important, come cd+dvd. Inoltre tutti noi abbiamo progetti solisti e collaboriamo con altre bands. Anche per questo per il nostro stiamo invece pensando di tornare ad una situazione più intima e quindi registrarlo e comporlo solo tra noi.

Vi ringrazio e spero di rivedervi presto!
Grazie a te!

The sensible doll.
Yendri è una dei più importanti artisti di elettronica europei. L’ originale approccio alla musica, denota le sue abilità nel preservare creatività ed ispirazione dai vari trend E.B.M. e industrial. La sua è un’ infinita ricerca di contaminazione, mirata ad inusuali soluzioni espressive ed emozionali.Contattandola al fine di realizzare l’ intervista, ho anche avuto modo di scoprire una gentile e timida persona dietro il monicker Yendri, che cade in imbarazzo con i complimenti e che si scusa del suo inglese, reputato da lei non buono in questa occasione.Ecco qui la piccola chiaccherata che abbiamo fatto.

Il tuo ultimo album, “ Playdoll” è una collezione di b-sides, brani inediti, dal ’97 al 2005 e nuovo materiale. Dicci il modo che hai scelto per selezionare le canzoni che compongono il cd..
La maggior parte, sono canzoni che particolarmente amo di quel periodo. Ho preso le mie preferite, non c’è un grande concetto dietro…

Ho ascoltato il cd e penso che seppur vero che otto anni sono tanti per un artista, e che durante questi l’ evoluzione personale del suono è ovvia ed importante, l’ album riesce a mantenere in contatto I differenti mood con solida continuità, e non credo sia tanto facile..
Hm, mi è già stato fatto notare questo.. Mi è stato detto che uno può sempre riconoscere il periodo di appartenenza di una mia canzone, ma che grazie allo stile si riesce comunque a capire che è un brano di Yendri. Non so perché… ma pare proprio che abbia il mio stile!

Quali sono I momenti migliori dell’ album secondo te? Personalmente mi sono innamorato di Esse (rmx2) con la sua melancolica melodia e il suo bellissimo piano, Colours of the rainbow che è così dolce e profonda e I absolutely hate you che riassume le tue migliori qualità..
E’ molto difficile. Dipende dal mio umore.Attualmente mi piace ogni singola canzone molto, ma Esse è una delle mie preferite. Partendo dalla versione originale ( completamente diversa), ho immaginato di re-inventarla come una maschera romantica veneziana in chiave musicale.

Ho sempre posto il tuo lavoro al di sopra della maggior parte dei “dark sounds” contemporanei perchè il tuo modo eclettico di elaborare le canzoni è il tuo primo punto di forza..
Beh.. che dire.. grazie 🙂

Il tuo approccio alla musica non è differente ( suppongo) da quello che hai in generale per l’ arte. Quali sono i tuoi altri interessi artistici?
Mi interesso molto di pittura, disegno, fotografia, grafica 3D e programmazione ( può essere una grande arte!).Proprio ora sto lavorando al design di molti siti internet e alle animazioni, dove molte sfaccettature dell’ arte possono convivere, ed è il tipo di lavoro che forse prediligo e che mi da da vivere. Ho anche realizzato la maggior parte dei miei artwork ( a parte quello di Playdoll, che è di Rudy Ratzinger. Quando mi ha proposto la prima bozza ho immediatamente accettato) e preso tutte le mie foto ( autoritratti) dal 2000 ad oggi e rieditate con Photoshop.

So che non ami molto suonare dal vivo. Se possibile, vorresti spiegarci perché?
Precisamente non ne ho mai fatti. Non ho mai suonato dal vivo e non so se mai lo farò… Probabilmente sono troppo timida…

Cosa stai ascoltando nell’ ultimo periodo? Libri che hai letto? Film che hai visto?
Prevalentemente ascolto chill-out, qualche volta house, e per il resto sempre qualcosa di caotico purchè abbastanza dark. C’è stato un momento che ho ascoltato un sacco Prince. Generalmente quando ascolto musica tento di evitare il “ mio genere”. Forse per preservarmi dal farmi influenzare troppo.In termini economici non è un’ ottima strategia, in quanto copiare un altro funziona molto bene nella scena ( almeno in Germania) ed è la principale cosa che voglio evitare.Per me è davvero importante creare canzoni “ uniche”.Non sto leggendo al momento… Mi spiace molto, ma non ne ho il tempo. L’ ultimo film che ho visto è “ Silent Hill” credo. Effetti belli e una buona idea di base, ma niente di che.

Grazie molte, termina questa breve intervista come preferisci!
Qualche volta è meglio fare musica che viene totalmente amata da poche persone piuttosto che fare musica che a tutti piace e basta.Okay, è un piccolo conforto,,, ma… ~Nina~

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