Disco di debutto dal titolo omonimo per il trio parigino di casa Argonauta Records.
Gli Witchorious fanno un doom metal potente, frammisto allo stoner e a qualcosa di heavy, con un grandissimo senso della melodia che porta a canzoni che sconfinano dal doom e vanno oltre. Il trio francese è uno di quei pochi gruppi che costruisce nota dopo nota costruzioni sonore molto strutturate e da seguire in ogni passaggio, e ci sono momenti di assoluta bellezza in questo disco che riassume un po’ tutto il meglio della musica pesante.
La base è il doom nella sua accezione più moderna anche se legata ad elementi tradizionali, e da lì si parte per scorrazzare in territori del post metal e dell’heavy. Nella stessa canzone gli Amen Ra incontrano ii Mastodon nel ritornello con un riff sabbathiano che non ricalca Iommi ma va oltre.
La musica dei Witchorious è come una colata di luce o di tenebra se preferite, sinuosa e invadente nel senso positivo, non li si ascolta ma ti permeano loro piuttosto, è come l’alba quando la luce travolge tutto, o l’effetto di certe droghe.
La loro impostazione è oscura e ci portano per sabba, ma ascoltando la loro musica l’effetto è benefico per l’ascoltatore, o sarà lo stare bene fra le spire di certi serpenti. In alcuni momenti del disco, come in “Blood” la quarta traccia, si sente risuonare veemente il tiro musicale dei Neurosis dei primi dischi della svolta post metal, quel tiro originale ed inedito. Inoltre in questo gruppo funziona molto bene l’incontro della voce femminile della bassista Lucie e del chitarrista Antoine che si inseguono e si completano molto spesso, arricchendo l’album. L’immaginario del disco è quello del doom classico, la copertina è molto curata, e tra sabba , cimiteri e tenebre si sta molto bene.
Quasi al termine del disco c’è una canzone di una bellezza incredibile, “To the grave”, che fa capire quanto sia speciale questo gruppo, uno degli ottimi ensemble usciti dall’esagono, che in quanto ad esoterismo ha tantissimo da insegnare, sia in campo musicale che non solo.