Attraverso queste collaborazioni Robinson può creare le composizioni organiche che prendono il nome di Wrekmeister Harmonies, e riproporle in varie performance sempre nell’ambito di centri culturali come teatri e musei.
Il carattere avanguardista e sperimentale, nonché il contenuto artistico che abbraccia altri aspetti oltre quello strettamente musicale, si conferma nel nuovo lavoro You’ve Always Meant So Much To Me, uscito per la Thrill Jockey Records. Esso è un’unica composizione da ben 38 minuti, originariamente scritta come accompagnamento per un film che lo stesso Robinson ha girato tra Detroit, il parco Joshua Tree e la lontana Tasmania.
Robinson ha chiamato a raccolta molti musicisti tra cui (ne cito giusto un paio) Jef Whitehead dei Leviathan e Bruce Lamont dei Yakuza, per riproporre l’opera al museo di arte contemporanea di Chicago, e in seguito per registrarla per intero presso Steve Albini.
Il risultato è una composizione ambient, che si snoda ciclicamente e si protrae con grandi dilatazioni sonore in crescendo, quando i protagonisti possono lasciar andare quella tensione accumulata finora, per poi tornare nei ranghi verso il finale, anch’esso ciclico, che richiude l’opera su se stessa.
La prima parte è costituita da una lunga preparazione ambient, caratterizzata da sonorità appena accennate, quasi impercettibilmente, una decina di minuti di pura ambientazione, che lentamente aggiunge leggere ondate droniche e suoni di sottofondo, come sottili pizzicate di arpa; dopo il quarto d’ora i drones si intensificano progressivamente ma sempre molto lentamente, sui venti minuti fanno capolino gli archi ad intensificare la tensione, preparando il terreno per il culmine del climax ascendente, intorno al ventitreesimo minuto, quando fa irruzione un gigantesco muro di chitarre distorte, un grosso blocco di metallo ruvido e potente, che scatena la sua furia protraendosi per poco più di cinque minuti. E così, come una tempesta arriva, si manifesta, e poi si dirada, anche qui le acque si calmano gradualmente, mentre strascichi distorti, drones, gli archi e la leggera arpa accompagnano più dolcemente l’opera verso la conclusione, dilatandola ciclicamente fino allo scemare di ogni suono, in dissolvenza.
Premetto che è roba tosta da ascoltare, così su due piedi, perchè va ascoltato al momento giusto mettendoci diciamo l’attitudine giusta, altrimenti è difficile arrivare in fondo. Mi sento di poter vivamente consigliare You’ve Always Meant So Much To Me solo agli appassionati di questo tipo di sperimentazioni sonore.