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Recensione : WÜNDERKAMMER #3: BODY NANTEINANCE, CHROMACOLOR, GRAVITSAPA, SAROOS, MD PALLAVI & ANDI OTTO.

Bentornati a tutti nella mia personale stanza, uno spazio dedicato a curiosità, stranezze e bizzarrie varie in cui tutto è sottosopra, l’alto è in basso e viceversa, gli opposti sono uniti, la contraddizione domina incontrastata : BODY NANTEINANCE, CHROMACOLOR, GRAVITSAPA, SAROOS, MD PALLAVI & ANDI OTTO.

WÜNDERKAMMER #3: BODY NANTEINANCE, CHROMACOLOR, GRAVITSAPA, SAROOS, MD PALLAVI & ANDI OTTO.

Bentornati a tutti nella mia personale stanza, uno spazio dedicato a curiosità, stranezze e bizzarrie varie in cui tutto è sottosopra, l’alto è in basso e viceversa, gli opposti sono uniti, la contraddizione domina incontrastata.

Le porta è aperta, entrate pure.

Torniamo con una nuova carellata di dischi davvero interessanti che molti di voi si sono probabilmente persi, in quanto meno celebrati di tante uscite più mainstream. Bando agli indugi dunque: le curiosità del giorno sono servite.

Body Manteinance, Beside You (Drunken Sailor Records).

Formazione di marca inequivocabilmente britannica e anni Ottanta, che propone una bella bombetta post punk dai toni oscuri. Una voce bassa e profonda, una vocazione molto marcata per la melodia.
Chitarre fredde e taglienti si intrecciano attorno a solide strutture di basso e batteria: ghiaccio su marmo.
I pezzi girano da dio, e alla fine è solo questo che conta.

 

Chromacolor, Chromacolor (Arbitrary).

Davvero impressionante questa prova discografica del tedesco Hanno Leichtmann.

Armato di Fender Rhodes, vibrafono, lamellofono elettrico e con il contributo di molti musicisti di supporto, il nostro propone una musica elettronica minimale e raffinatissima, graziata da melodie vocali eteree e mai banali.

Un’esperienza immersiva, un viaggio nelle pieghe del suono, questo disco costituisce un saggio di genialità pura.

 

Gravitsapa, Concert n.1 “23/23”, (autoprodotto).

Duo ucraino che produce un’interessantissima forma di avant-garde e dark ambient, in cui a farla da padrone sono gli intrecci multistratificati di chitarre e basso.

Ruolo non secondario alla costruzione del suono è affidato a feedback e rumori di fondo di vario genere, ove si insinuano di quando in quando efficaci interventi alle percussioni.

Immaginatevi di stare dormendo e svegliarvi di colpo intrappolati in un loculo oscuro, con in testa un sacchetto legato al collo.

 

Saroos, Turtle Roll (Alien Transistor).

Un’elettronica dai ritmi travolgenti che ha il sapore dell’ orecchiabilità.

Saroos è un trio ma non disdegna l’apporto di musicisti esterni: le collaborazioni sono numerose e variegate e contribuiscono a conferire a ciascun brano una propria specifica individualità.

Dieci tracce che si lasciano ascoltare con somma goduria e nelle quali a spiccare sono soprattutto le linee vocali; davvero una bella esperienza.

Consigliato a chi ha voglia di apprezzare qualcosa di melodico, trascinante e immediato.

 

MD Pallavi & Andi Otto, Songs for broken ships (Pingipung).

Duo di respiro internazionale qui al debutto discografico, si caratterizza per una mistura di sonorità e stilemi tipici di due mondi e tradizioni: la dub/elettronica/ di marca europea e la tradizione vocale dell’India, che si incontrano e si fondono in maniera perfetta.

Sotto il segno della cultura indiana è anzitutto l’impianto lirico: si tratta di poesie in lingua Kannada, tipica della zona di Bangalore, della quale è originaria la cantante/performer MD Pallavi, artista dalla straordinaria bravura.

Le linee vocali da lei ricamate sono letteralmente da pelle d’oca: il suo timbro caldo e sensuale conferisce ai fraseggi una calda voluttà in grado di ipnotizzare l’ascoltatore.

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