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Recensione : Ysengrin – To Endotaton

Il sound degli Ysengrin è costantemente rivolto alla ricerca di suoni essenziali, se vogliamo quasi primitivi, ma contemporaneamente in grado di colpire l’ascoltatore tenendolo avvinghiato al lunghissimo brano per tutta la sua durata.

Ascoltare un disco e scoprire che contiene una sola traccia di oltre quaranta minuti di solito è un tutt’uno col pensare a generi come il prog o, al limite, il funeral doom, ma sicuramente viene meno spontanea l’associazione con il dark metal proposto dai francesi Ysengrin, giunti con To Endotaton al loro terzo full-length.

La definizione di dark metal d’altro canto si rivela piuttosto vaga, ma è l’unica possibile che consenta di racchiudere al suo interno i diversi passaggi che fanno indistintamente riferimento a tutti i sottogeneri conosciuti dell’heavy metal.
Quella che può sembrare un azzardo, se non addirittura un atto di presunzione, si rivela dopo i necessari e ripetuti ascolti un’operazione azzeccata e, sopratutto, lontana da soluzioni particolarmente cervellotiche o votate all’esibizione di tecnica fine a se stessa.
Al contrario, il sound degli Ysengrin è costantemente rivolto alla ricerca di suoni essenziali, se vogliamo quasi primitivi, ma contemporaneamente in grado di colpire l’ascoltatore tenendolo avvinghiato al lunghissimo brano per tutta la sua durata.
Così tra rimandi al metal di matrice esoterica (Death SS, Mercyful Fate), passaggi sperimentali e più rallentati ai confini col doom, sfuriate di stampo thrash e una voce che alterna growl, screaming (prevalentemente in lingua madre) e passaggi recitati (alcuni in un italiano con una pronuncia “rivedibile”), il lavoro sorprende per la sua profondità nonostante i primi ascolti facciano presupporre il contrario per l’apparente semplicità del sound.
Linearità ed essenzialità che non sono sinonimo di sciatteria e banalità, anzi: nella sua intera durata il brano è soggetto a diversi cambi di tempo, passaggi da momenti più rocciosi ad arpeggi acustici e riff incisivi che si ripresentano ciclicamente facendo da collegamento tra le varie parti.
To Endotaton si rivela, quindi, la colonna sonora perfetta per il concept, incentrato su un rito iniziatico che si svolge all’interno di una caverna, creato dalla mente di Guido Saint Roch.
Gran bel lavoro e altro centro per la label nostrana I, Voidhanger.

Tracklist :
1. To Endotaton

Line-up :
Guido Saint Roch – Bass, Guitars, Keyboards, Vocals
Aboth – Drums
Aldébaran – Guitars, Keyboards

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