Attivi dal 1997, quattordici album all’attivo, tantissimi concerti infuocati e tanto altro. E ora sono tornati con un nuovo disco su Ipecac per un gruppo che è davvero nell’olimpo della musica pesante.
Cortar Todo rimane fedele al titolo, essendo davvero una lama che taglia tutto, una devastazione musicale sperimentale, un’avanguardia lanciata a mille all’ora nel buio.
Il cambio alla batteria si sente eccome, poiche Gabe Serbian dei Locust è una mannaia continua, il battito del cuore di un dinosauro neonato.
Rispetto alle altre opere dei romani questo disco lascia poco spazio alle improvvisazioni e agli assoli, ma si concentra tutto in pesanti devastazioni, saccheggiando l’aere.
Era da qualche tempo che si stava compiendo questa radicalizzazione degli Zu, questo scendere nell’agone della lotta armata musicale, ed infatti nei concerti precedenti il disco si poteva sentire tutto ciò. Solo questo sarebbe già un elogio agli Zu, ovvero quello di non fare ciò che ci si potrebbe aspettare, ma anzi di andare dove vogliono condurci loro.
Alcuni passaggi sono molto epici e danno un contributo fondamentale alla cultura della musica pesante.
L’ep “Goodnight Civilization”, con Mark Greenaway dei Napalm Death come ospite era una bella mazzata, ma è molto differente da Cortar Todo, era un divertimento fatto con un eroe del grindcore.
Qui, invece, la materia trattata viene modellata diversamente, con maggiore introspezione e ricerca sciamanica, riuscendo a penetrare qualche mistero dell’etere.
Azzeccato anche l’intervento di uno sciamano amazzonico in un pezzo, quasi a voler suggellare l’anelito degli Zu volto a raggiungere altri mondi.
Un ulteriore passo in avanti per un gruppo che rimane unico, per un macello sonoro che affascina.
Tracklist:
1.The Unseen War
2.Rudra Dances Over Burning Rome
3.Cortar Todo
4.A Sky Burial
5.Orbital Equilibria
6.Serpens Cauda
7.No Pasa Nada
8.Conflict Acceleration
9.Vantablack Vomitorium
10.Pantokrator
Line-up:
Luca Mai – Sax Baritono
Massimo Pupillo – Basso
Gabe Serbian – Batteria